La terapia familiare prevede il coinvolgimento nel trattamento di tutti i membri della famiglia di origine della persona che è portatrice del disagio/problema.

La prima fase è detta di consultazione: ha una durata di circa tre o quattro incontri che avvengono, in genere, alla presenza dell’intero nucleo familiare e di una coppia di terapeuti. Lo scopo è quello di definire il problema per cui viene fatta la richiesta di aiuto e di raccogliere gli elementi principali della storia familiare. Dopo tale fase, inizia l’intervento terapeutico vero e proprio.

Le sedute di terapia familiare si svolgono anch’esse alla presenza di una coppia di terapeuti: hanno durata di circa un’ora e mezza e avvengono a cadenza mensile. Possono essere intervallate, a seconda delle necessità, da sedute individuali con alcuni membri della famiglia o da sedute in cui vengono convocati sottogruppi di familiari (per esempio, la coppia genitoriale, il sottosistema dei fratelli, etc…).

La terapia familiare è indicata nei seguenti casi:

  • in presenza di pazienti che presentano una grave compromissione della capacità autobiografica (per esempio: importante ritardo mentale o grave patologia psichiatrica);
  • in presenza di pazienti non in grado di sostenere un percorso individuale (per esempio: pazienti fortemente dipendenti da un membro della famiglia);
  • in presenza di più membri sintomatici all’interno dello stesso nucleo familiare;
  • nei disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia);
  • nei disturbi dell’età evolutiva (infanzia e adolescenza).

Alcune sedute allargate al nucleo familiare possono essere utili anche all’interno di un percorso di terapia individuale: per verificare quali siano le risorse su cui il paziente possa contare maggiormente; per sbloccare una situazione di impasse; per osservare direttamente le relazioni familiari; per consentire al paziente di esprimere pensieri e sentimenti in un contesto “protetto e protettivo”, emotivamente diverso dalla quotidianità; per osservare come il paziente si relaziona nel contesto familiare, favorendo, di conseguenza, la comprensione del contributo del paziente nel mantenimento di relazioni disfunzionali; per ampliare il bagaglio di informazioni.

Le sedute familiari consentono di evidenziare che, solitamente, il problema non può essere ascritto solamente al membro sintomatico: in ragione delle relazioni esistenti tra i vari membri della famiglia, la partecipazione di tutto il nucleo al processo terapeutico permette alla famiglia stessa di essere coinvolta nel processo di cambiamento, per trovare un nuovo assetto nelle relazioni familiari e nuovi equilibri tra i membri, maggiormente funzionali al benessere di ciascuno.

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